Di seguito alcune riflessioni che possono essere utili per gestire la quotidianità dell’emergenza che viviamo. Sono spunto per semplici consigli a cui attenersi per prendersi cura del proprio benessere emotivo e psicologico e sostenerci in questa quotidianità straordinaria. Le ulteriori ultime restrizioni (impossibile fare attività fisica, passeggiare, ecc) hanno una ricaduta ulteriormente faticosa sul nostro stato d’animo e sul benessere fisico. Avere chiaro cosa succede, quali sono le nostre reazioni alla situazione e cosa è meglio fare per adattarsi, ci aiuta ad avere un maggiore controllo della situazione e a riappropriarci di un pezzetto di equilibrio e benessere

  1. Limitare il numero di informazioni e la quantità di accessi alle notizie (radio, tg, social, internet, ecc). Se sentiamo che l’ansia e l’angoscia prendono il sopravvento, un modo buono per tutelarci è limitare le informazioni. Ad esempio, decidere di vedere un solo telegiornale e/o di guardare gli aggiornamenti in internet 2 volte al giorno, è un modo per autoregolarci tenendo conto del nostro stato d’animo e di cosa abbiamo bisogno per stare meglio. Questo limite ci permette di mantenere il contatto con la realtà che ci circonda (lavoro, casa, figli, famiglia, ecc), senza perderci in dettagli che aumentano la portata della nostra ansia.
  2. Fare cose piccole e concrete: dedicare tutti i giorni un pò del nostro tempo a fare cose concrete distrae la nostra mente dall’ansia, dalla preoccupazione e dai pensieri cupi. Essere immersi pienamente in una attività è una sorta di pratica meditativa che ci fa stare nel qui ed ora, nell’attimo presente, senza farci disperdere. La soddisfazione di vedere un compito portato a termine, qualcosa che si conclude per nostra applicazione, inoltre, ci dà un senso di efficacia e di padronanza che migliora i livelli di ansia e preoccupazione. Quando facciamo siamo coinvolti con la mente e con il corpo. Non dimentichiamoci che il movimento genera fisiologicamente endorfine che agevolano il nostro benessere fisico e mentale dando luogo ad una piacevole sensazione di benessere ed aiutano ad alleviare il dolore. Queste sostanze fanno parte di antichi meccanismi di sopravvivenza, che ci hanno permesso di continuare a lottare anche in situazioni di stress. Quindi SI a darsi dei piccoli obiettivi e dei compiti (sistemare il curriculum, pulire, sistemare, ordinare, cucinare…una cosa specifica). Dedicare tutti i giorni almeno una/due ore a queste attività.
  3. Fare movimento: il movimento, sia quello del fare piccole cose come quelle descritte sopra, ma anche l’attività più organizzata (lezioni di pilates online, yoga, salire e scendere le scale nel proprio condominio, ecc) ci aiuta a mantenere la massa muscolare che con il drastico cambiamento delle abitudini di movimento quotidiane cala notevolmente lasciando però spazio alla massa adiposa. Quindi mantenersi attivi è importante.
  4. Per chi lavora da casa: fare delle pause brevi ma frequenti. Lo smart working, a differenza del lavoro in ufficio, limita molte delle pause e delle distrazioni che abbiamo (alzarsi a prendere un caffè, scambiare due chiacchiere con i colleghi,ecc). Quando si lavora da casa la concentrazione sull’attività lavorativa è massima e il dispendio di energie molto alto.Dunque, SI ad alzarsi per fare due passi, almeno ogni ora e mezzo. Il vostro corpo e il vostro spirito vi ringrazieranno.
  5. La gestione del weekend: sabato e/o domenica avere cura di staccare completamente dal lavoro (naturalmente per chi svolge un’attività che gli permette di fermarsi 24 o 48 h). Questo è il momento in cui dedicarsi ad attività che richiedono molto tempo come ad esempio, pulire casa, riordinare la libreria, sistemare gli armadi, sistemare i balconi, ecc). Stancarsi fisicamente è importante anche per agevolare un sonno tranquillo e ristoratore.
  6. Sonno e relax: se si ha difficoltà a prendere sonno, limitare l’uso di dispositivi elettronici almeno un’ora prima di andare a letto. Leggere un libro o un giornale, bere una tazza di camomilla, può tranquillizzare e predisporre ad un riposo più profondo. Nel caso neanche questo aiutasse, rivolgersi al proprio medico che può prescrivere un rimedio appropriato. E’ una buona cura, in ogni caso, ridurre la quantità di caffè o di sostanze che possono favorire l’agitazione. Sono da preferire bevande senza caffeina o sostanze eccitanti.
  7. Continuare a prendersi cure di sè anche se si sta in casa: continuare ad avere  le abitudini di sempre (fare la doccia quotidianamente, vestirsi per lavorare da casa, truccarsi, pettinarsi, radersi con la stessa frequenza di prima, ecc) aiuta a mantenere un pezzo di quotidianità. Inoltre, questi piccoli gesti concreti hanno i benefici descritti al punto 2 e ci mantengono ancorati alla realtà.
  8. Mantenere in contatto con gli amici: avere più tempo libero significa potere incontrare di più gli altri, anche se siamo in isolamento. Quindi SI a contattare le persone care con cui, a causa dei ritmi del quotidiano precedente, non ci era possibile mantenere il contatto come avremmo desiderato, questa è l’occasione! Sfruttare la possibilità data dalle piattaforme digitali per organizzare “aperitivi” o prendere un “caffè” insieme.
  9. Avere momenti di leggerezza: anche se la situazione è difficile non dimenticarsi di godere delle piccole cose e avere momenti di leggerezza. E’ il tempo di visitare musei (virtualmente, s’intende!), guardare film o documentari che abbiamo in mente da tempo, dipingere, cucire, giocare a carte, fare giochi di società in famiglia, ecc. Il silenzio e la lentezza dell’isolamento possono essere occasione per scoprire passioni o interessi addormentati dal flusso della frenesia della precedente quotidianità. Ma è anche l’occasione per scoprirne o sperimentarne di nuove.
  10. Ricordarsi che gli sbalzi d’umore sono normali: l’isolamento, la preoccupazione per sè e per i propri familiari, possono scatenare sbalzi d’umore per cui può essere normale trovarsi a provare una profonda tristezza, fino alle lacrime e subito dopo allegria e voglia di ridere anche per piccole cose. SI ad accettare questa altalena senza giudicarsi ma con benevolenza e gentilezza. Un atteggiamento compassionevole ci aiuta a trovare una condizione di centratura, sostiene la nostra capacità di accoglienza e rende aperti alla vita.
  11. Non negare le emozioni, ma accoglierle e condividerle. Se nelle prime settimane era più semplice sentire positività e la curiosità di questa nuova esperienza, riuscendo a godere della nuova possibilità di avere tempo libero, il trascorrere delle settimane e dell’incertezza di un orizzonte che si fa sempre più lontano, può fare emergere emozioni diverse. In questa nuova fase può essere il tempo della paura, della preoccupazione. Tutto questo è fisiologico, per cui NO a squalificare ciò che si prova, a rifiutare quello che si sente pensando che dovrebbe essere diverso. Come già detto nel punto precedente, le emozioni vanno accolte per quello che sono, accettate e non negate. Se ve la sentite parlatene con chi vi sta vicino.
  12. Tollerare le nostre piccole “manie”: i gesti quotidiani che sono espressione della nostra personalità e dell’adattamento creativo che abbiamo fatto, in situazioni stressogene come quella che viviamo possono aumentare e diventare estremamente irrinunciabili. Se siamo maniaci della pulizia, possiamo sentire il bisogno di lavarci ripetutamente le mani o di disinfettare tutto. Se ci piace l’ordine potremmo vedere aumentare il bisogno di sistemare anche i piccoli dettagli di casa. Questi piccoli gesti estremizzati possono lasciarci sorpresi per la forza con cui si presentano. In realtà hanno una funzione: darci la sensazione di riuscire a controllare le cose che sono sotto il nostro controllo (contrariamente alla situazione di incontrollabilità in cui siamo immersi). Non squalifichiamoci o costringiamoci a fare diversamente, sarebbe un ulteriore aggravio alla situazione; accettiamo con gentilezza i gesti che ci vengono spontanei, sono espressione del nostro modo unico di adattarci alla situazione.
  13. Tenere un diario: annotare una parola, una sensazione, un pensiero, una frase, una immagine, un progetto futuro, un ricordo che ci sembra interessante e significativo ci aiuta a stare nella concretezza e ci sostiene nel costruire la narrazione di questa situazione straordinaria di isolamento. Poter rileggere le pagine scritte ci permetterà di vedere come si modifica e come evolvono la nostra percezione e i nostri vissuti. Ci ancòra alla dimensione di un tempo che sembra congelato ma che in realtà continua a scorrere fisiologicamente.
  14. Imparare ad ascoltarsi per chiedere aiuto: proprio perchè siamo persone uniche e irripetibili, a volte ciò che può essere sufficiente a sostenere una persona può non esserlo per un’altra. Se si ha la sensazione di non farcela da soli e di essere tanto in difficoltà può essere il caso di valutare la possibilità di un aiuto professionale. Se hai un professionista a cui ti sei rivolto in passato, puoi ricontattarlo e di certo sarà in grado di aiutarti. La conoscenza data dal lavoro pregresso è un vantaggio e il professionista potrà darti delle indicazioni utili al tuo caso specifico. Se invece non hai mai avuto contatti con un professionista che si occupa del benessere psicologico. In questo momento sono tante le iniziative (anche gratuite) avviate da professionisti o Associazioni: si spazia da consulenze individuali a incontri virtuali di gruppo. I siti degli Ordini professionali hanno gli elenchi dei professionisti disponibili a fornire il supporto professionale adeguato.