La moda del «digiuno intermittente» o della «dieta mima-digiuno» è sulla bocca di molti, ma in che cosa consiste esattamente? La confusione non manca, anche perché esistono versioni diverse di questo particolare regime alimentare, che prevede l’alternanza tra pasti e periodi di astinenza. Con il supporto di un buon medico, sembra che il digiuno intermittente possa apportare benefici alla salute. Non la pensa esattamente in questo modo Teresa Chiaradonna, dietista con studio a Lugano, che questa esperienza l’ha vissuta sulla propria pelle.

Ogni autore studia il suo protocollo: si passa da un digiuno di 24 ore (senza mangiare da cena a cena o da pranzo a pranzo, per non più di due giorni a settimana) al modello 20:4, in cui si può mangiare per quattro ore e smettere nelle successive venti—spiega Chiaradonna, che fa parte dell’Associazione svizzera dietisti diplomati, con di un sito dedicato al Ticino—. Più popolare lo schema 5:2, con due giorni alla settimana, non consecutivi, con un approvvigionamento energetico non superiore a un quarto di quello abituale».

Secondo le teorie dei promotori, il digiuno intermittente farebbe abbassare il livello di insulina, l’ormone responsabile del passaggio del glucosio dal sangue alle cellule. Questo permette alle cellule adipose di rilasciare gli zuccheri immagazzinati e di usarli come energia. «Sono una donna attiva, con uno stile di vita equilibrato—testimonia l’esperta, riconosciuta dall’Ufficio di sanità del DSS come operatore sanitario—e mi sono incuriosita, perché mi trovavo d’accordo con molti principi di questo… chiamiamolo stile di vita. Purtroppo, però, a me ha fatto malissimo. Ho subito effetti molto importanti, con continue sensazioni di svenimento. Ho dovuto smettere di seguire le indicazioni al secondo giorno».

La dietista avverte che una serie di studi dimostrano come sottoporsi a restrizioni piuttosto importanti causerebbe, nel lungo periodo, una peggiore gestione del peso. «Dobbiamo puntare sulla correzione del nostro stile di vita ed evitare di lasciarci influenzare dalle stelle del cinema, della musica e della tv. Non saranno quelle poche giornate nel quale ‘righiamo dritto’ a modificare il nostro equilibrio, anzi!».

Sarà pur vero che durante un’importante restrizione alimentare non si accumula grasso e si perde peso, ma «chi segue un percorso fatto su misura si sente molto meglio… e subito. Invece di acquistare questi ‘pacchetti’ non personalizzati, possiamo seguire un trattamento studiato esclusivamente per noi. Si può stare bene senza sottoporsi a trattamenti particolari, né prendendo dei prodotti particolari, né tantomeno seguendo dei digiuni», conclude Chiaradonna.

GUARDA L’ARTICOLO ORIGINALE